venerdì 1 febbraio 2019

...La guardia, il poeta e l'investigatore...

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
TRAMA
 
Nel 1944 la Corea è sotto l'occupazione giapponese, e nella prigione di Fukuoka non si permette ai detenuti coreani di usare la propria lingua. Un uomo, una guardia carceraria, viene trovato brutalmente assassinato, e un giovane collega dall'animo sensibile e letterario viene incaricato di condurre l'indagine e trovare il colpevole. La vittima era temuta e odiata per la sua brutalità, ma quando l'improvvisato investigatore avvia la sua inchiesta interrogando custodi e detenuti, ricostruendo poco a poco i movimenti degli ultimi mesi, un diverso e sorprendente scenario si impone alla sua attenzione. Dall'inchiesta sull'uomo emerge il passato di un povero analfabeta orfano dei genitori, il faticoso riscatto attraverso il lavoro, la carriera nella prigione, la scoperta di una passione inaspettata, il ruolo di "censore" con l'incarico di controllare la corrispondenza in entrata e in uscita dal carcere. E soprattutto il legame con un detenuto particolare, un famoso poeta coreano, autore di scritti sovversivi. E proprio attorno al poeta ruota l'intera vicenda: nel corso dei suoi interrogatori il giovane si trova a parlare sempre di più con il prigioniero e, come prima di lui la guardia assassinata, a immergersi in un dialogo fatto di letteratura, d'arte, di libertà. Si scopre a desiderare la bellezza dei suoi versi clandestini, a subire il potere eccitante e al tempo stesso rasserenante della parola poetica...
 
 
RECENSIONE
 
Avevo letto molte interessanti recensioni su questo libro e, anche se il titolo non mi incoraggiava affatto, ho voluto leggerlo... e devo dire che ne è valsa la pena!! Pur con le difficoltà dettate dai nomi, sia di località che dei personaggi, è stato un libro che mi ha preso tanto! È un giallo che, nonostante tutto, nonostante le brutture della guerra e le torture inflitte ai prigionieri (mi ha ricordato, in alcune parti l'Olocausto, di cui abbiamo fatto memoria qualche giorno fa)..., dà speranza! Sì!, in un periodo di guerra, sofferenza ed annientamento di un popolo, la poesia di Yun Dong-ju  (il poeta del titolo è infatti lui)  sono un faro di speranza per la maggior parte dei prigionieri e financo degli aguzzini...
Consigliato!

7 commenti:

  1. grazie Angie, che bello che sei tornata!

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    1. Grazie Irene! È un periodo di stanca... ma non abbandono il blog! no no! ;)
      :*

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  2. Grazie Fedy! passerò senz'altro!!
    :)

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  3. Un argomento che val sempre la pensa di approfondire! GRazie Angie!

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  4. Io che sono sempre a caccia di libri interessanti, sono felice di essere capitata nel tuo bel blog. Grazie per la recensione di questo libro che mi ispira davvero tanto.

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Grazie di cuore del tempo che mi stai dedicando! Risponderò appena possibile!